Personajes
CISABEL
LINDORO MUSTAFÁ TADEO ELVIRA ZULMA HALY |
Una dama Italiana Joven italiano, esclavo favorito de Mustafá Bey de Argel Admirador de Isabel Esposa de Mustafá Esclava, confidente de Elvira Capitán de los corsarios argelinos |
Mezzosoprano Tenor Bajo Barítono Soprano Mezzosoprano Bajo |
Eunucos del serrallo, corsarios argelinos, esclavos italianos y europeos, pappataci, marineros |
La acción se desarrolla en Argelia a finales del siglo XVII
SINFONIA ATTO PRIMO Scena Prima (Piccola sala comune agli appartamenti del Bey e a quelli di sua moglie. Un sofà nel mezzo. Elvira seduta sul sofà. Presso a lei Zulma. All'intorno un coro di Eunuchi del serraglio. Indi Haly, poi Mustafà.) N.1 Introduzione CORO DI EUNUCHI Serenate il mesto ciglio: Del destin non vi lagnate, Qua le femmine son nate Solamente per soffrir. ELVIRA Ah, comprendo, me infelice! Che il mio sposo or più non m'ama. ZULMA Ci vuol flemma: e ciò ch'ei brama ora è vano il contraddir. CORO Qua le femmine son nate Solamente per servir. HALY (dall'interno) Il Bey ZULMA Deh! Signora... Vi scongiuro... ELVIRA Che ho da far? (Entra Mustafà.) CORO (a parte) Or per lei quel muso duro Mi dà poco da sperar. MUSTAFÀ Delle donne l'arroganza, Il poter, il fasto insano, Qui da voi s'ostenta invano, Lo pretende Mustafà. ZULMA Su, coraggio, mia Signora. HALY E' un cattivo quarto d'ora. ELVIRA Di me stessa or più non curo; Tutto ormai degg'io tentar. CORO (a parte) Or per lei quel muso duro Mi dà poco da sperar. ZULMA Su, coraggio, mia Signora. ELVIRA Signor, per quelle smanie Che a voi più non nascondo... MUSTAFÀ Cara, m'hai rotto il timpano: Ti parlo, schietto e tondo. Non vo' più smorfie: Di te non so che far. ELVIRA Ohimè...Signor...ma...se... HALY, ZULMA, ELVIRA E CORO (a parte) Oh! che testa stravagante! Oh! che burbero arrogante! (A voce alta) Più volubil d'una foglia Va il suo cuor di voglia in voglia Delle donne calpestando Le lusinghe e la beltà. MUSTAFÀ Più volubil d'una foglia Va il mio cuor di voglia in voglia Delle donne calpestando Le lusinghe e la beltà. ELVIRA Signor...sentite...se mai... MUSTAFÀ Cara m'hai rotto il timpano: Di te non so che far. TUTTI Più volubil d'una foglia, ecc. Recitativo MUSTAFÀ Ritiratevi tutti. Haly, t'arresta. (Elvira, Zulma e gli Eunuchi escono.) Scena Seconda (Mustafà e Haly) MUSTAFÀ Tu sai che sazio io son di questa moglie, Che non ne posso più. Scacciarla...è male, Tenerla...è peggio. Ho quindi stabilito Ch'ella pigli Lindoro per suo marito. HALY Ma come? Ei non è Turco. MUSTAFÀ Che importa a me? HALY Ma di Maometto La legge non permette un tal pasticcio. MUSTAFÀ Altra legge io non ho, che il mio capriccio. M'intendi? HALY Signor sì... MUSTAFÀ Sentimi ancora. Per passar bene un'ora io non ritrovo Una fra le mie schiave Che mi possa piacer. Tante carezze, Tante smorfie non son di gusto mio. HALY E che ci ho da fare io? MUSTAFÀ Tu mi dovresti Trovar un'Italiana. Ho una gran voglia D'aver una di quelle Signorine, Che dan martello a tanti cicisbei. HALY Io servirvi vorrei, ma i miei Corsari... L'incostanza del mar... MUSTAFÀ Se fra sei giorni Non me la trovi, e segui a far lo scaltro, Io ti faccio impalar. (Si ritira nel suo appartamento.) HALY Non occorr'altro. (Parte. Lindoro entra) Scena Terza (Lindoro solo, indi Mustafà.) N.2 cavatina LINDORO Languir per una bella E star lontano da quella, E' il più crudel tormento, Che provar possa un cor. Forse verrà il momento; Ma non lo spero ancor. Contenta quest'alma In mezzo alle pene Sol trova la calma Pensando al suo bene, Che sempre costante Si serba in amor. Recitativo Ah, quando fia ch'io possa In Italia tornar? Ha ormai tre mesi, Che in questi rei paesi Già fatto schiavo, e dal mio ben lontano... MUSTAFÀ (ritornando) Sei qui? Senti Italiano vo' darti moglie LINDORO A me?...Che sento?... (Fra sè) Oh Dio! (A Mustafà) Ma come?...In questo stato... MUSTAFÀ A ciò non dei pensar. Vieni, e vedrai Un bel volto, un bel cor, con tutto il resto. LINDORO (Fra sè) O povero amor mio! Che imbroglio è questo! N.3 duetto LINDORO Se inclinassi a prender moglie Ci vorrebber tante cose. Una appena in cento spose Le potrebbe/può tutte combinar. MUSTAFÀ Vuoi bellezza? Vuoi ricchezza? Grazie?...amore?...Ti consola: Trovi tutto in questa sola. È' una donna singolar. LINDORO Per esempio, la vorrei Schietta...e buona... MUSTAFÀ È' tutta lei. LINDORO Per esempio, io vorrei Due begli occhi... MUSTAFÀ Son due stelle. LINDORO Chiome... MUSTAFÀ Nere. LINDORO Guance... MUSTAFÀ Belle. LINDORO Chiome... MUSTAFÀ Nere. LINDORO Volto... MUSTAFÀ Bello. LINDORO (Fra sè) D'ogni parte io qui m'inciampo, Che ho da dire? Che ho da fare? MUSTAFÀ Caro amico, non c'è scampo; Se la vedi, hai da cascar. LINDORO (Fra sè) D'ogni parte io mi confondo, Che ho da dire? Che ho da far? Ah, mi perdo, mi confondo. Quale imbroglio maledetto: Sento amor, che dentro il petto Martellando il cor mi va. MUSTAFÀ Presto andiamo. Sei di ghiaccio? Sei di stucco? Vieni, vieni: che t'arresta? Una moglie come questa, Credi a me, ti piacerà. Vieni andiamo. LINDORO Ha begl'occhi... MUSTAFÀ Son due stelle. LINDORO Schietta...e buona... MUSTAFÀ E' tutta lei. LINDORO Chiome... MUSTAFÀ Nere. LINDORO Guance... MUSTAFÀ Belle. LINDORO (Fra sè) Ah, mi perdo, mi confondo, ecc. MUSTAFÀ Sei di ghiaccio? Sei di stucco? ecc. Scena Quarta (Spiaggia di mare. In qualche distanza un vascello rotto ad uno scoglio e disalberato dalla burrasca che viene di mano in mano cessando. Varie persone sul bastimento in atto di disperazione. Arriva il legno dei Corsari: altri Corsari vengono per terra con Haly e cantano a vicenda i cori. Indi Isabella, e poi Taddeo) N.4 coro e cavatina CORO DI CORSARI I Quanta roba! Quanti schiavi! HALY E CORO II Buon bottino! Viva, bravi! Ci son belle? CORO I Non c'è male! HALY E CORO II Starà meglio Mustafà. CORO I Ma una bella senza eguale È' costei che vedi qua. (Tra lo stuolo degli schiavi e persone che sbarcano, comparisce Isabella). HALY E CORO (osservandola) È' un boccon per Mustafà. ISABELLA Cruda sorte! Amor tiranno! Questo è il premio di mia fe'? Non v'è orror, terror, nè affanno Pari a quel ch'io provo in me. Per te solo, o mio Lindoro, Io mi trovo in tal periglio. Da chi spero, o Dio, consiglio? Chi conforto mi darà? CORO E' un boccon per Mustafà. ISABELLA Qua ci vuol disinvoltura, Non più smanie, nè paura: Di coraggio è tempo adesso, Or chi sono si vedrà. Già so per pratica Qual sia l'effetto D'un sguardo languido, D'un sospiretto... So a domar gli uomini Come si fa. Sian dolci o ruvidi, Sian flemma o foco Son tutti simili a presso a poco... Tutti la chiedono, Tutti la bramano, Da vaga femmina Felicità. Recitativo Già ci siam. Tanto fa. Convien portarla Con gran disinvoltura. Io degli uomini alfin non ho paura. (Alcuni Corsari scoprono ed arrestano Taddeo.) TADDEO Misericordia...Aiuto...Compassione... Io son... HALY Taci, poltrone. Uno schiavo di più. TADDEO (Fra sè) Ah, son perduto! ISABELLA Caro Taddeo... TADDEO Misericordia...aiuto! ISABELLA Non mi riconosci più? TADDEO Ah!...si...ma... HALY Dimmi, chi è costei? TADDEO (Fra sè) Che ho da dir? ISABELLA Son sua nipote. TADDEO Sì, nipote...Per questo Io devo star con lei. HALY Di qual paese? TADDEO Di Livorno ambedue. HALY Dunque Italiani? TADDEO Ci s'intende. ISABELLA E me ne vanto. HALY Evviva, amici, evviva. ISABELLA E perchè mai tanta allegria? HALY Ah! Non so dal piacer dove io mi sia. Prescelta da Mustafà... sarete, s'io non sbaglio La stella e lo splendor del suo serraglio. (Parte con alcuni Corsari). Scena Quinta (Taddeo, Isabella e alcuni Corsari indietro) TADDEO Ah! Isabella...siam giunti a mal partito. ISABELLA Perchè? TADDEO Non hai sentito quella brutta parola? ISABELLA E qual? TADDEO Serraglio ISABELLA Ebben?... TADDEO Dunque bersaglio Tu sarai d'un Bey? D'un Mustafà? ISABELLA Sarà quel che sarà. Io non mi voglio Per questo rattristare. TADDEO E la prendi così? ISABELLA Che ci ho da fare? TADDEO O povero Taddeo! ISABELLA Ma di me non ti fidi? TADDEO Preso m'hai forse, anima mia, preso per un babbeo? Di quel tuo cicisbeo... Di quel Lindoro...io non l'ho visto mai, Ma so tutto. ISABELLA L'amai prima di te: no'l nego. Ha molti mesi Ch'ei d'Italia è partito: ed ora... TADDEO Ed ora se ne già la Signora A cercarlo in Galizia... ISABELLA E tu... TADDEO Ed io col nome di compagno Gliela dovea condur... ISABELLA E adesso? TADDEO E adesso con un nome secondo Vo in un serraglio a far...lo pensi il mondo N.5 duetto ISABELLA Ai capricci della sorte Io so far l'indifferente. Ma un geloso impertinente Io son stanca di soffrir. TADDEO Ho più flemma, e più prudenza Di qualunque innamorato. Ma comprendo dal passato Tutto quel che può avvenir. ISABELLA Sciocco amante è un gran supplizio. TADDEO Donna scaltra è un precipizio. ISABELLA Meglio un Turco che un briccone. TADDEO Meglio il fiasco che il lampione. ISABELLA Vanne al diavolo in malora! Più non vo' con te garrir. TADDEO Buona notte; sì... Signora. Ho finito d'impazzir. ISABELLA (Fra sè) Ma in man de' barbari...senza un amico Come dirigermi?...Che brutto intrico! Che ho da risolvere? Che deggio far? Che ho da risolvere? Che brutto affar! TADDEO (Fra sè) Ma se al lavoro poi mi si mena... Come resistere, se ho poca schiena? ISABELLA E TADDEO (Fra sè) Che ho da risolvere? Che deggio far? TADDEO Donna Isabella?... ISABELLA Messer Taddeo... TADDEO (Fra sè) La furia or placasi. ISABELLA (Fra sè) Ride il babbeo. TADDEO Staremo in collera? ISABELLA Che ve ne par? ISABELLA E TADDEO Ah, no: per sempre uniti, Senza sospetti e liti, Con gran piacere, ben mio, Sarem nipote e zio; E ognun lo crederà. TADDEO Ma quel Bey, Signora, Un gran pensier mi dà. ISABELLA Non ci pensar per ora, Sarà quel che sarà. Scena Sesta (Piccola sala, come alla scena prima. Lindoro, Elvira, e Zulma) Recitativo ZULMA E ricusare potresti una sì bella e sì gentil signora? LINDORO Non voglio moglie, io te l'ho detto ancora. ZULMA E voi che fate là? quel giovinotto non vi mette appetito? ELVIRA Abbastanza provai, cosa è marito. ZULMA Ma già non c'è riparo. Sposo e sposa vol che siate il Bey. Quando ha deciso obbedito esser vuole ad ogni patto. ELVIRA Che strano umor! ZULMA Che tirannia da matto! LINDORO Zitto, egli ritorna. Scena Settima (Mustafà e detti) MUSTAFÀ Ascoltami, Italiano, Un vascel veneziano Riscattato pur or deve a momenti Di qua partir. Vorresti In Italia tornar?... LINDORO Alla mia patria?...Ah! qual grazia, o Signor!... Di più non chiedo. MUSTAFÀ Teco Elvira conduci, e tel concedo. LINDORO (Fra sè) Che deggio dire? MUSTAFÀ Va intanto del vascello Il capitano a ricercare, e digli A nome mio, ch'egli di qua non parta Senza di voi. LINDORO (Fra sè) Pur ch'io mi tolga omai Da si odiato soggiorno... Tutto deggio accettar. (A voce alta) Vado e ritorno. (Parte.) Scena Ottava (Elvira, Mustafà, Zulma, indi Haly) ELVIRA Dunque degg'io lasciarvi? MUSTAFÀ Nell'Italia tu starai bene. ELVIRA Ah! Che dunque io vada il mio cor... MUSTAFÀ Batta, batta del tuo cor e di te son persuaso ZULMA Se c'è un burbero egual mi caschi il naso HALY (entrando) Viva, viva il Bey! MUSTAFÀ E che mi rechi, Haly? HALY Liete novelle. Una delle più belle Spiritose Italiane... MUSTAFÀ Ebben?... HALY Caduta Testé con altri schiavi è in mano nostra MUSTAFÀ Or mi tengo da più del gran Sultano. Elvira, adesso con l'Italian tu puoi Affrettarti e partir. Zulma, con essi Tu pure andrai. Con questa Signorina Me la voglio goder, e agli uomini tutti Oggi insegnar io voglio Di queste belle a calpestar l'orgoglio. N.6 Aria Già d'insolito ardore nel petto Agitare, avvampare mi sento: Un ignoto soave contento Mi trasporta e brillare mi fa. (ad Elvira) Voi partite... Nè più m'annoiate. (a Zulma) Tu va seco... Che smorfie...Obbedite. (ad Haly) Voi la bella al mio seno guidate. V'apprestate a onorar la beltà. Al mio foco, al trasporto, al desio, Non resiste l'acceso cor mio: Questo caro trionfo novello Quanto dolce a quest'alma sarà. (Parte con Haly e seguito.) Scena Nona (Zulma, Elvira, indi Lindoro.) ZULMA Vi dico il ver. Non so come si possa Voler bene ad un uom di questa fatta... ELVIRA Io sarò sciocca e matta... Ma l'amo ancor! LINDORO Madama è già disposto Il vascello a salpar, e non attende Altri che noi... Voi sospirate?... ELVIRA Almeno ch'io possa anco una volta Riveder Mustafà. Sol questo io bramo. LINDORO Pria di partir dobbiamo Congedarsi da lui. Ma s'ei vi scaccia, Perchè l'amate ancor? Fate a mio modo: Affrettiamoci a partir allegramente. Voi siete finalmente Giovine, ricca e bella, e al mio paese Voi troverete quanti Può una donna bramar mariti e amanti. Scena Decima (Sala magnifica. A destra un sofà pel Bey. In prospetto una ringhiera praticabile, sulla quale si vedono le femmine del serraglio. Mustafà seduto. All'intorno Eunuchi che cantano in coro, indi Haly) N.7 finale I CORO DI EUNUCHI Viva, viva il flagel delle donne, Che di tigri le cangia in agnelle. Chi non sa soggiogar queste belle Venga a scuola dal gran Mustafà. HALY Sta qui fuori la bella Italiana... MUSTAFÀ Venga... Venga... CORO (entrando Isabella) Oh! Che rara beltà. Scena Undicesima (Isabella, Mustafà, gli Eunuchi). ISABELLA (Fra sè) Oh! Che muso, che figura!... Quali occhiate!...Ho inteso tutto. Del mio colpo or son sicura. Sta a veder quel ch'io so far. MUSTAFÀ (Fra sè) Oh! Che pezzo da Sultano! Bella taglia!...viso strano... Ah! M'incanta...m'innamora. Ma convien dissimular. ISABELLA Maltrattata dalla sorte, Condannata alle ritorte... Ah, voi solo, o mio diletto. Mi potete consolar. MUSTAFÀ (Fra sè) Mi saltella il cor nel petto. Che dolcezza di parlar! ISABELLA (Fra sè) In gabbia è già il merlotto, Nè più mi può scappar! Del mio colpo or son sicura. Oh! Che muso, che figura!... Sta a veder quel ch'io so far. MUSTAFÀ (Fra sè) Io son già caldo e cotto, Nè più mi so frenar. Ah! M'incanta...m'innamora. Che taglia!... Ma bisogna simular. Oh! Che pezzo!...Ma bisogna simular. Scena Dodicesima (Taddeo respingendo Haly, che vuole trattenerlo, e detti) TADDEO Vo' star con mia nipote, Io sono il signor zio. M'intendi? Sì, son io. Va' via: non mi seccar. (A Mustafà) Signor...Monsieur...Eccellenza... (Fra sè) Ohimè!...Qual confidenza!... Il Turco un cicisbeo Comincia a diventar. Ah, chi sa mai, Taddeo, Quel ch'or tocca a far? HALY Signor, quello sguaiato... MUSTAFÀ Sia subito impalato. TADDEO Nipote...ohimè...Isabella... Senti, che bagattella? ISABELLA Egli è mio zio. MUSTAFÀ Cospetto! Haly, lascialo star. ISABELLA Caro, capisco adesso Che voi sapete amar. MUSTAFÀ Non so che dir, me stesso, Cara, mi fai scordar. TADDEO (Fra sè) Un palo addirittura? Taddeo, che brutto affar! HALY (Fra sè) Costui dalla paura non osa più parlar. Scena Ultima (Elvira, Zulma, Lindoro e detti) ELVIRA, ZULMA, LINDORO (entrando) Pria di dividerci da voi, Signore, Veniamo a esprimervi il nostro core, Che sempre memore di voi sarà. ISABELLA (Fra sè) O ciel! LINDORO (Fra sè) Che miro! ISABELLA (Fra sè) Sogno? LINDORO (Fra sè) Deliro? Quest'è Isabella! ISABELLA (Fra sè) Quest'è Lindoro! LINDORO (Fra sè) Io gelo. ISABELLA (Fra sè) Io palpito. ISABELLA E LINDORO (Fra sè) Che mai sarà? Amore, aiutami per carità. MUSTAFÀ, ELVIRA, ZULMA, HALY (In disparte) Confusi e stupidi, incerti pendono; Non so comprendere tal novità. ISABELLA E LINDORO (In disparte) Oh, Dio, che fulmine! non so rispondere. Amore, aiutami per carità. TADDEO (A parte) Oh, Dio, che fremito! Oh, Dio, che spasimo! Che brutto muso fa Mustafà. ISABELLA Dite: chi è quella femmina? MUSTAFÀ Fu sino ad or mia moglie. ISABELLA Ed or?... MUSTAFÀ (segnalando a Lindoro) Il nostro vincolo, Cara, per te si scioglie: Questi, che fu mio schiavo, Si dee con lei sposar. ISABELLA Col discacciar la moglie Da me sperate amore? Questi costumi barbari Io vi farò cangiar. Resti con voi la sposa... MUSTAFÀ Ma questa non è cosa... ISABELLA Resti colui mio schiavo, MUSTAFÀ Ma questo non può star. ISABELLA Andate dunque al diavolo. Voi non sapete amar. MUSTAFÀ Ah! no...M'ascolta...acchetati... (Fra sè) Ah! Costei mi fa impazzir. ELVIRA, ZULMA, LINDORO (In disparte, ridendo) (Ah! Di leone in asino Lo fe' costei cangiar. Stretta del finale 1 TADDEO, MUSTAFÀ, ELVIRA, ISABELLA, ZULMA, LINDORO, HALY Va sossopra il mio cervello, Sbalordito in tanti imbrogli; Qual vascel fra l'onde e i scogli Io sto/Ei sta presso a naufragar. CORO Va sossopra il suo cervello; Ei sta presso a naufragar. ELVIRA Nella testa ho un campanello Che suonando fa din, din. ISABELLA E ZULMA La mia testa è un campanello Che suonando fa din, din. LINDORO E HALY Nella testa ho un gran martello Mi percuote e fa tac, tac. TADDEO Sono come una cornacchia Che spennata fa cra, cra. MUSTAFÀ Come scoppio di cannone La mia testa fa bum, bum. |
OBERTURA ACTO PRIMERO Escena Primera (Una pequeña estancia, contigua a los apartamentos del Bey y a los de su esposa. En el centro, un sofá en el que está sentada Elvira. Cerca se encuentra Zulma. Los eunucos del serrallo están de pie junto a ellas. Después Haly, luego Mustafá) N.1 Introducción CORO DE EUNUCOS Borrad estas tristes expresiones; no os quejéis de vuestra suerte. Aquí las mujeres nacen sólo para sufrir. ELVIRA ¡Ay, desgraciada de mí! Sé que mi esposo ya no me ama. ZULMA Tranquilizaos; sería inútil oponerse ahora a sus deseos. CORO DE EUNUCOS Aquí las mujeres nacen sólo para sufrir. HALY (desde dentro) ¡El Bey! ZULMA Vamos, señora... os lo suplico... ELVIRA ¿Qué puedo hacer? (Entra Mustafá) EUNUCOS (Aparte) Esa feroz expresión me da pocas esperanzas. MUSTAFÁ La arrogancia de las mujeres, su poder, su absurda ostentación, desplegáis, señora, en vano; por eso insiste Mustafá. ZULMA Tened valor, mi señora. HALY Qué triste situación. ELVIRA Ya no me preocupo por mí misma; debo estar preparada para intentarlo todo. EUNUCOS (Aparte) Esa feroz expresión me da pocas esperanzas. ZULMA Tened valor, mi señora. ELVIRA Mi señor, los sufrimientos que ya no puedo ocultaros... MUSTAFÁ Querida, habéis destrozado mis tímpanos, os lo digo clara y francamente. ¡Basta de gimoteos! La verdad es que no sé qué hacer con vos, ELVIRA ¡Ay de mí! Mi señor... pero... si... HALY, ZULMA, ELVIRA Y EUNUCOS (Aparte) ¡Oh, qué ideas tan extrañas! ¡oh, qué engreído granuja! (En voz alta) Más voluble que una hoja, su corazón salta de un capricho a otro, pisoteando el encanto y la belleza de las mujeres. MUSTAFÁ Más voluble que una hoja, mi corazón salta de un capricho a otro, pisoteando el encanto y la belleza de las mujeres. ELVIRA Mi señor... escuchad... tan sólo... MUSTAFÁ Querida, habéis destrozado mis tímpanos: no sé qué hacer con vos. TODOS Más voluble que una hoja, etc. Recitativo MUSTAFÁ Retiraos todos. Haly, tú quédate. (Salen Elvira, Zulma y los eunucos) Escena Segunda (Mustafá y Haly) MUSTAFÁ Sabes que estoy harto de mi esposa y no puedo soportarla más. Echarla... estaría mal, aguantarla... aún peor. Por lo tanto, he decidido casarla con Lindoro por sus méritos. HALY ¿Qué decís? Él no es turco. MUSTAFÁ ¿Y a mí qué me importa? HALY Pero la ley de Mahoma no permite tal aberración MUSTAFÁ No tengo otra ley que mi capricho. ¿Has entendido? HALY Sí, señor... MUSTAFÁ Otra cosa: Para pasar un rato agradable, no encuentro a ninguna de mis esclavas que sea de mi gusto: Todas esas caricias, todos esos fingimientos no son de mi gusto. HALY ¿Y qué puedo hacer yo? MUSTAFÁ Tú debes buscarme una italiana. Estoy ansioso por poseer una de esas jóvenes que martirizan a sus amantes. HALY Querría serviros, pero mis corsarios... la inconstancia del mar... MUSTAFÁ Si no me encuentras una en seis días, y no me la traes con tu astucia, te haré empalar. (Se retira a sus aposentos) HALY No se hable más. (Sale apresuradamente Entra Lindoro.) Escena Tercera (Lindoro solo, después Mustafá) N. 2 cavatina LINDORO Suspirar por una bella muchacha y estar alejado de ella es el más cruel tormento que puede sufrir un corazón. Quizás llegue el instante; pero no puedo esperarlo aún. Mi corazón está contento en medio de su desgracia, sólo encuentra paz pensando en su amada, que se mantiene leal y eternamente enamorada. Recitativo Ah, ¿cuándo podré regresar a Italia? Hace tres meses que fui hecho esclavo en esta tierra de paganos, alejado de mi amada... MUSTAFÁ (regresando) ¿Estás aquí? Escucha, italiano, te voy a dar una mujer. LINDORO ¿A mí?... ¿Qué queréis decir?... (Para sí) ¡Oh, cielos! (A Mustafá) ¿Cómo?... En mi estado... MUSTAFÁ No pienses más en ello. Ven, y verás un hermoso rostro, un buen corazón y todo lo que le acompaña. LINDORO (Para sí) ¡Ay, mi pobre amor! ¡Qué lío es este! N. 3 Dúo LINDORO Si desease tomar esposa querría muchas cosas; apenas una entre cien podría encontrar que las reuniera. MUSTAFÁ ¿Quieres belleza? ¿Quieres riqueza? ¿Talento? ¿Amor? Anímate: todo lo encontrarás en esta mujer. Es única entre mil. LINDORO Bien, quisiera que fuera sincera... y de buen carácter... MUSTAFÁ ¡Así es exactamente! LINDORO Bien, quisiera que tuviese dos hermosos ojos. MUSTAFÁ Son dos estrellas. LINDORO ¿Cabellos?.... MUSTAFÁ Negros. LINDORO ¿Mejillas? ... MUSTAFÁ ¡Bellas! LINDORO ¿Cabellos?... MUSTAFÁ ¡Negros! LINDORO ¿Facciones? ... MUSTAFÁ ¡Bellas! LINDORO (para sí) En qué lío me encuentro. ¿Qué puedo decir? ¿Qué hacer? MUSTAFÁ Amigo querido, no tienes opción; verla es adorarla LINDORO (para sí) En qué lío me encuentro. ¿Qué puedo decir? ¿Qué hacer? ¡Ay, estoy perdido, qué problema! ¡Qué terrible embrollo! Siento el corazón palpitando de amor en mi pecho. MUSTAFÁ ¡Deprisa, vámonos! ¿Eres de hielo, de piedra? Ven, ven, ¿qué te retiene? Una mujer así, créeme, te gustará. Ven, vámonos. LINDORO ¿Tiene bellos ojos?... MUSTAFÁ Son dos estrellas. LINDORO ¿Sincera y buena? MUSTAFÁ Así es ella. LINDORO ¿Cabellos? MUSTAFÁ ¡Negros! LINDORO ¿Mejillas? MUSTAFÁ ¡Bellas! LINDORO (Para sí) Ay, estoy perdido, qué problema, etc. MUSTAFÁ ¿Eres de hielo? ¿Eres de piedra? etc. Escena Cuarta (Orilla del mar. A cierta distancia, un barco en unas rocas, desarbolado por la tormenta que poco a poco se va apaciguando. Algunas personas siguen a bordo en actitud desesperanzada. Aparece la barca con los corsarios. Llegan por tierra otros piratas con Haly, cantando los coros alternativamente. Luego Isabel y después Tadeo .) N. 4 Coro y cavatina CORO DE CORSARIOS I ¡Cuánta mercancía! ¡Cuántos esclavos! HALY Y CORO II Espléndido botín! ¡Hurra, bravo! ¿Las muchachas son bellas? CORO I ¡No está mal! HALY Y CORO II Esto animará a Mustafá. CORO I Pero ésta que viene ahora es de una belleza sin igual. (Entre la multitud de esclavos y gente que desembarca aparece Isabel.) HALY Y CORO (observándola) Sabroso bocado para Mustafá. ISABEL ¡Hado cruel! ¡Amor tiránico! Ésta es la recompensa a mi constancia: no hay horror, terror ni angustia que iguale al que yo siento. Sólo por ti, Lindoro mío, me encuentro ahora en este peligro. ¡Dios mío! ¿Quién podría aconsejarme? ¿Quién me confortará? CORO Sabroso bocado para Mustafá. ISABEL Se precisa algo de aplomo. No más frenesí, no más temor; ha llegado el momento de ser valiente... ahora verán quién soy yo. Sé por experiencia lo que puede conseguirse con una mirada lánguida, con un pequeño suspiro... sé cómo domar a los hombres, cómo hacerlo. Sean amables o rudos, fríos o apasionados, todos son parecidos más o menos... Todos piden, todos exigen el placer de la belleza femenina. Recitativo Ya están aquí. Muy bien. Me debo comportar con gran aplomo. Después de todo, los hombres no me asustan. (Algunos corsarios descubren y apresan a Tadeo) TADEO ¡Piedad!... ¡Ayuda!... ¡Compasión! ... Soy... HALY Silencio, desgraciado. Un esclavo más. TADEO (Para sí) ¡Ay! Estoy perdido! ISABEL Querido Tadeo... TADEO ¡Piedad!... ¡Socorro! ISABEL ¿No me reconocéis? TADEO ¡Ah! Sí... pero... HALY Dime: ¿quién es esta mujer? TADEO (Para sí) ¿Qué debo responder? ISABEL Soy su sobrina. TADEO Sí, sobrina... Por eso tengo que estar con ella. HALY ¿De qué país sois? TADEO De Livorno los dos. HALY ¿Sois, pues, italianos? TADEO Por supuesto. ISABEL Y a mucha honra. HALY ¡Hurra, amigos, hurra! ISABEL ¿Por qué tanta alegría? HALY ¡Ah! Soy tan feliz que no sé donde estoy. Escogida por Mustafá...seréis, si no me equivoco, la estrella, el esplendor de su harén. (Sale con algunos de los corsarios.) Escena Quinta (Tadeo, Isabel y algunos corsarios detrás) TADEO ¡Ah! Isabel... estamos en un gran aprieto ISABEL ¿Por qué? TADEO ¿No has escuchado la horrible palabra? ISABEL ¿Cuál? TADEO Harén ISABEL ¿Y bien?... TADEO ¿Tú vas a ser la víctima de un Bey? ¿De un Mustafá? ISABEL Sea lo que sea. Yo no quiero afligirme por eso TADEO ¿Es así como te lo tomas? ISABEL ¿Y qué quieres que haga? TADEO ¡Oh, pobre Tadeo! ISABEL ¿No tienes confianza en mí? TADEO Pero, corazón mío, ¿me tomas por un tonto? Tu pretendiente... Tu Lindoro... no lo he visto nunca, pero lo sé todo ISABEL Yo lo amé antes que a tí: lo confieso. Hace muchos meses que dejo Italia: y ahora... TADEO Y ahora Señora se iría a buscarlo a Galicia... ISABEL Y tú... TADEO Y yo, como camarada debía traérselo... ISABEL ¿Y ahora? TADEO Y ahora con otro nombre voy en un serrallo a hacer.. no digo más N.5 Dúo ISABEL A los caprichos de la fortuna puedo permanecer indiferente, pero estoy cansada de soportar a un celoso admirador. TADEO Tengo más paciencia y más prudencia que cualquier otro enamorado. Pero he aprendido del pasado las cosas que pueden suceder. ISABEL Un amante estúpido es un gran suplicio. TADEO Una mujer astuta es como un precipicio. ISABEL Prefiero un turco a un granuja. TADEO Prefiero fracasar que hacer de carabina. ISABEL ¡Idos al diablo, en mala hora! No quiero seguir peleando con vos. TADEO Buenas noches, sí... señora, he dejado de padecer. ISABEL (para sí) Pero en manos de salvajes... sin un amigo, ¿cómo lo pasaré? ¡Qué situación tan desagradable! ¿Qué debo hacer? ¿Cómo actuar? ¿Qué debo hacer? ¡Qué asunto tan desagradable! TADEO (para sí) Pero si me obligan a trabajar... ¡cómo resistiré, débil como soy! ISABEL Y TADEO (para sí) ¿Qué debo hacer? ¿Cómo actuar? TADEO ¿Doña Isabel? ISABEL Señor Tadeo... TADEO (para sí) Ya se está tranquilizando. ISABEL (para sí) El idiota ríe. TADEO ¿Aún estamos enfadados? ISABEL ¿Qué os parece? ISABEL Y TADEO ¡Ah! No: siempre unidos, sin suspicacias ni riñas, con gran placer, mi bien, seremos sobrina y tío, y todos lo creerán. TADEO Pero el Bey, señora, me da mucho que pensar. ISABEL No penséis por ahora, lo que deba ser, será. Escena Sexta (Pequeña sala como la de la primera escena. Lindoro, Elvira y Zulma) Recitativo ZULMA ¿Y podríais rechazar a tan bella y gentil Señora? LINDORO No quiero una mujer, ya te lo he dicho. ZULMA ¿Y vos que hacéis allí? ¿Aquellos jovenzuelos no os abren el apetito? ELVIRA Ya he probado bastante lo que es un marido ZULMA Ya no hay remedio. El Bey quiere que seáis esposo y esposa. Cuando lo ha decidido quiere que se cumpla el pacto ELVIRA ¡Qué extraño capricho! ZULMA ¡Qué locura de tiranía! LINDORO Calla, él vuelve Escena Séptima (Mustafá y los anteriores) MUSTAFÁ Escúchame, Italiano, Un navío veneciano del que se ha exigido rescate, debe partir dentro de poco. ¿Queréis volver a Italia?... LINDORO ¿A mi patria?... ¡Ah! Mi Señor qué favor!.. Yo no pido otra cosa. MUSTAFÁ Llévate a Elvira contigo, y te lo concedo LINDORO (para sí) ¿Qué debo decir? MUSTAFÁ Mientras tanto, ve al encuentro del capitán del barco, y le dices de mi parte que no puede salir de aquí si vos. LINDORO (Para sí) Siempre que pueda salir lo más rápidamente posible de estos lugares odiosos.... Estoy dispuesto a todo. (En voz alta) Voy y vuelvo (Sale) Escena Octava (Elvira, Mustafá, Zulma, después Haly) ELVIRA ¿Así que debo dejaros? MUSTAFÁ En Italia estaréis bien. ELVIRA ¡Ah! Dondequiera que yo vaya, mi corazón... MUSTAFÁ Basta, basta. Sé todo de vos y de vuestro corazón. ZULMA Nunca hubiera creído que hubiera un granuja semejante. HALY (entrando) ¡Viva, viva el Bey! MUSTAFÁ ¿Qué hay de nuevo, Haly? HALY Buenas noticias. ¡Una de las más bellas y espirituales italianas!... MUSTAFÁ ¿Y bien...? HALY Ha sido apresada por nosotros entre otras esclavas MUSTAFÁ Puedo en lo sucesivo mostrar al gran Sultán Elvira, ahora apresuraos a partir con el italiano. Zulma, tú también irás con ellos. Con esta jovencita quiero divertirme, y quiero demostrar a todos los hombres cómo aplastar el orgullo de tales mujeres. N. 6 Aria Ya siento arder en mi pecho la agitación y el trastorno: una desconocida y dulce felicidad me transporta, me da vida, etc. (a Elvira) Marchad... no me molestéis más. (a Zulma) Ve con ella... ¡Qué jaleo... !Obedece. (a Haly) Trae la muchacha a mis brazos. Prepárate a honrar la belleza, etc. Mi ardiente corazón no puede soportar este fuego, este anhelo, este deseo: ¡qué dulce será para mi corazón esta adorable nueva conquista! (Sale con Haly y su séquito) Escena Novena (Zulma, Elvira, después Lindoro) ZULMA A decir verdad, no sé como se puede amar a un hombre así.... ELVIRA Soy, sin duda, una estúpida y una loca... Pero, ¡todavía lo amo! LINDORO Señora, el barco está listo para levantar el ancla, y no espera mas que a nosotros... ¿Suspiráis?... ELVIRA Por lo menos que pueda ver por última vez a Mustafá. Es todo lo que deseo. LINDORO Antes de partir debemos pedir permiso. Pero, ya que os expulsa ¿Por qué le amáis todavía?. Haced como yo: Daos prisa y parir alegremente. Pues al fin sois joven, rica y bella, y en mi país encontraréis cuantos maridos y amantes una mujer pueda desear. Escena Décima (Espléndida habitación. A la derecha un sofá para el Bey. Al fondo, una balaustrada practicable, detrás de la cual pueden verse las mujeres del harén. Mustafá sentado. A su alrededor, unos eunucos cantando, después Haly) N. 7 Final I CORO DE EUNUCOS Viva, viva, el látigo con las mujeres, que las transforma de tigres en corderos; ¡quién no sepa domar a esas bellezas, que aprenda del gran Mustafá! HALY Aquí fuera está la hermosa italiana... MUSTAFÁ Tráela... tráela... EUNUCOS (al entrar Isabel) ¡Oh! ¡Qué extraordinaria belleza! Escena Undécima (Isabel, Mustafá, los eunucos) ISABEL (para sí) ¡Oh qué cara, qué apariencia! ¡Qué miradas!... Lo entiendo todo. Estoy segura de mi triunfo. Vas a ver de que soy capaz. MUSTAFÁ (para sí) ¡Oh, qué orgullo para un sultán! Hermoso talle... facciones singulares... ¡Oh! Me encanta... me enamora Pero conviene disimular. ISABELLA Maltratada por el destino, condenada al cautiverio... ¡Ah! Sólo vos, amado mío, sois capaz de consolarme. MUSTAFÁ (para sí) El corazón salta en mi pecho. ¡Cuán dulcemente habla! ISABELLA (para sí) El pájaro ya está en la jaula, no se me puede escapar,. Estoy segura de mi triunfo, ¡Oh qué cara, qué apariencia! Vas a ver de que soy capaz. MUSTAFÁ (para sí) Estoy ardiendo, soy fuego, no puedo contenerme. ¡Ah! Me encanta... me enamora. ¡Qué telle!... Pero necesito disimular ¡Oh! ¡Qué gran elección!... Pero necesito disumlar Escena Duodecima (Los mismo y Taddeo que empuja a Haly hasta que este intenta retenerlo) TADDEO Quiero estar con mi sobrina. Soy su señor tío. ¿Me oís? Sí, soy yo. Largo, no me molestéis (a Mustafá) Señor... Monsieur... Excelencia (para sí) ¡Vaya, vaya, qué confianzas! El turco empieza a parecer un amante. Ah, ¿quién sabe, Taddeo, lo que tendrás que hacer? HALY Señor, esta desdichada criatura... MUSTAFÁ Que lo empalen inmediatamente. TADDEO ¡Sobrina... Dios mío... Isabella.. ¿Tú entiendes esta tontería! ISABELLA Es mi tío. MUSTAFÁ ¡Diablos! Haly, déjale en paz. ISABELLA Querido, me percato de que sabéis amar. MUSTAFÁ No sé qué decir, querida, me hacéis desvariar. TADDEO (para sí) ¿Empalado sin rodeos? ¡Taddeo, qué asunto más feo! HALY (para sí) Ése, con el susto, no se atreve a hablar. Escena Última (Elvira, Zulma, Lindoro y los anteriores) ELVIRA, ZULMA Y LINDORO (entrando) Antes de dejaros, señor, venimos a descargar nuestros corazones, que siempre os recordarán. ISABELLA (para sí) ¡Cielos! LINDORO (para sí) ¿Qué ven mis ojos? ISABELLA (para sí) ¿Estoy soñando? LINDORO (para sí) ¿Deliro? ¡Es Isabella! ISABELLA (para sí) ¡Es Lindoro! LINDORO (para sí) Me quedo helado. ISABELLA (para sí) Estoy temblando ISABELLA Y LINDORO (para sí) ¿Qué está pasando? Amor, ayúdame, por piedad. MUSTAFÁ, ELVIRA, ZULMA, HALY (A parte) Se han quedado confusos y sorprendidos, no puedo comprender qué es lo que ocurre, etc. ISABELLA Y LINDORO (Aparte) ¡Cielos, qué cataclismo! No puedo comprenderlo, amor, ayúdame, por caridad. TADDEO (Aparte) ¡Oh, Dios, qué temblor! ¡Oh, Dios, qué congoja! Qué feas miradas lanza Mustafá. ISABELLA Decidme: ¿quién es esa mujer? MUSTAFÁ Hasta ahora ha sido mi esposa. ISABELLA ¿Y ahora? MUSTAFÁ (señalando a Lindoro) Nuestro lazo, querida, por ti se rompe. Este, que fue mi esclavo, se casará con ella. ISABELLA ¿Esperáis conseguir mi amor repudiando a vuestra esposa? Yo os haré cambiar estas bárbaras costumbres. Vuestra esposa se quedará con vos... MUSTAFÁ Pero ese no es el caso... ISABELLA Ese hombre se queda y será mi esclavo. MUSTAFÁ Pero eso no puede ser. ISABELLA Idos al diablo entonces: vos no sabéis amar. MUSTAFÁ ¡Ah, no! Escuchad... calmaos... (para sí) ¡Ah! Me va a volver loco. ELVIRA, ZULMA Y LINDORO (Aparte, riendo) ¡Ah! Le está transformando de león en asno. Conclusión final I TADDEO, MUSTAFÁ, ELVIRA, ZULMA, ISABELLA, LINDORO, HALY La cabeza me da vueltas, confundida con semejante lío... Como un barco navegando hacia las rocas estoy/está a punto de naufragar. CORO La cabeza le da vueltas, estoy a punto de naufragar ELVIRA Tengo una campana en la cabeza repicando din, din. ZULMA E ISABELLA Mi cabeza es una campana repicando din, din LINDORO Y HALY Tengo un enorme martillo en la cabeza golpeando tac, tac. TADDEO Me siento como una corneja, que desplumada hace cra, cra. MUSTAFÁ Como un cañón disparando mi cabeza hace bum, bum. |
ATTO SECONDO Scena Prima (Piccola sala come nell'atto I. Elvira, Zulma, Haly e coro di Eunuchi) N.8 Introduzione CORO DI EUNUCHI Uno stupido, uno stolto Diventato è Mustafà. Questa volta Amor l'ha colto: Gliel'ha fatta come va. ELVIRA, ZULMA, HALY L'Italiana è franca e scaltra. La sa lunga più d'ogni altra. Quel suo far sì disinvolto Gabba i cucchi ed ei no'l sa. CORO Questa volta Amor l'ha colto: Gliel'ha fatta come va. Scena Seconda (Mustafà e detti) MUSTAFÀ (entrando) Amiche, andate a dire all'Italiana Che io sarò tra mezz'ora A ber seco il caffè! ZULMA Vi serviremo. ELVIRA Farò per compiacervi Tutto quel ch'io potrò. ZULMA Ma non crediate Così facil l'impresa. È' finta... ELVIRA È' scaltra più assai che non credete. MUSTAFÀ Ed io sono un baggian? Sciocche che siete. Haly, vien meco e voi Recate l'ambasciata. Ah! Se riesce Quello che io già pensai, La vogliam veder bella. HALY E bella assai. (tutti partono) Scena terza (Isabella e Lindoro) ISABELLA (entrando) Qual disdetta è la mia! Onor e patria E fin me stessa oblio; su questo lido Trovo Lindoro, e lo ritrovo infido! LINDORO (Entrando; a Isabella che va per partire) Pur ti riveggo... Ah, no, t'arresta, Adorata Isabella, in che peccai, Che mi fuggi così? ISABELLA Lo chiedi ancora? Tu che sposo ad Elvira?... LINDORO Io! Di condurla, Non di sposarla ho detto, e sol m'indussi Per desio d'abbracciarti. ISABELLA E credete posso? LINDORO M'incenerisca un fulmine, se mai Pensai tradire la nostra fede. ISABELLA (pensosa) Hai core? T'è caro l'amor mio, l'onor ti preme? LINDORO Che far degg'io? ISABELLA Fuggir dobbiamo insieme. Quell'istesso vascel...Qualche raggiro Qui bisogna intrecciar. Sai che una donna Non v'ha di me più intraprendente e ardita. LINDORO Cara Isabella, ah, tu mi torni in vita. ISABELLA T'attendo nel boschetto. Inosservati Concerteremo i nostri passi insieme. Separiamoci per or. LINDORO Verrò, mia speme. (Isabella parte) N.9 cavatina LINDORO Oh, come il cor di giubilo Esulta in questo istante! Trovar l'irata amante, Placar sua crudeltà. Son questi, amor, tuoi doni, Son questi i tuoi diletti. Ah! Tu sostien gli affetti Di mia felicità. (Parte.) Scena Quarta (Entrano Mustafà, indi Taddeo e coro di Eunuchi, poi Haly con due Mori, i quali portano un turbante, un abito Turco, una sciabola) Recitativo MUSTAFÀ Ah! Se da solo a sola M'accoglie l'Italiana...Il mio puntiglio Con questa Signorina È' tale ch'io ne sembro innamorato. TADDEO Ah! Signor Mustafà. MUSTAFÀ Che cosa è stato? TADDEO Abbiate compassion d'un innocente. Io non v'ho fatto niente... MUSTAFÀ Ma spiegati...cos'hai? TADDEO Mi corre dietro quell'amico del palo. MUSTAFÀ Ah!...Ah!...capisco. È' questa la cagion del tuo spavento? TADDEO Forse il palo in Algeri è un complimento? Eccolo...Ohimè... MUSTAFÀ Non dubitare. Ei viene D'ordine mio per onorarti. Io voglio Mostrar quanto m'è cara tua nipote. Perciò t'ho nominato Mio grande Kaimakan. TADDEO Grazie, obbligato. N.10 Coro, recitativo e aria (Haly mette l'abito Turco a Taddeo, poi il turbante; indi Mustafà gli cinge la sciabola. Intanto i Turchi, con gran riverenza ed inchini, cantano il coro.) CORO DI EUNUCHI Viva il grande Kaimakan, Protettor de' Mussulman. Colla forza dei leoni, Coll'astuzia dei serpenti, Generoso il ciel ti doni Faccia franca e buoni denti. Protettor de' Mussulman, Viva il grande Kaimakan. TADDEO Kaimakan! Io non capisco niente. MUSTAFÀ Vuol dir Luogotenente. TADDEO E per i meriti Della nostra nipote a quest'impiego La vostra Signoria m'ha destinato? MUSTAFÀ Appunto, amico mio. TADDEO Grazie: obbligato. Ho un gran peso sulla testa; In quest'abito m'imbroglio. Se vi par la scusa onesta, Kaimakan esser non voglio, E ringrazio il mio Signore Dell'onore che mi fa. (Fra sè) Egli sbuffa!...Ohimè!...Che occhiate! (A Mustafà) Compatitemi...ascoltatemi... (Fra sè) Spiritar costui mi fa. Qua bisogna fare un conto: Se ricuso...il palo è pronto. E se accetto?...è mio dovere Di portargli candeliere. Ah! Taddeo, che bivio è questo! Ma quel palo?... Che ho da far? (A Mustafà) Kaimakan, Signor, io resto. Non vi voglio disgustar. CORO Viva il grande Kaimakan, Protettor de' Mussulman. TADDEO Quanti inchini!...quanti onori!... Mille grazie, miei Signori, Non vi state a incomodar. Per far tutto quel che posso, Signor mio, col basto indosso, Alla degna mia nipote Or mi vado a presentar. (Fra sè) Ah! Taddeo! Quant'era meglio Che tu andassi in fondo al mar CORO Viva il grande Kaimakan, Protettor de' Mussulman. TADDEO Grazie, quanti onori!... Alla degna mia nipote Or mi vado a presentar. Scena Quinta (Appartamento magnifico a pian terreno con una loggia deliziosa in prospetto, che corrisponde al mare. A destra l'ingresso e varie stanze. Isabella innanzi ad uno specchio grande portatile, che finisce d'abbigliarsi alla Turca. Elvira e Zulma, poi Lindoro, Mustafà e Taddeo) Recitativo ISABELLA Dunque a momenti Il Signor Mustafà mi favorisce A prendere il caffè? Quanto è grazioso Il Signor Mustafà. Ehi...Schiavo...Chi è di là? LINDORO Che vuol, Signora? ISABELLA Asinaccio, due volte Ti fai chiamar?...Caffè. LINDORO Per quanti? ISABELLA Almen per tre. ELVIRA Se ho ben inteso Con voi da solo a sola Vuol prenderlo il Bey. ISABELLA Da solo a sola?... E sua moglie mi fa tali ambasciate? ELVIRA Signora... ISABELLA Andate...Andate... Arrossisco per voi. ELVIRA Ma che cosa ho da fare? ISABELLA Io v'insegnerò. Va in bocca al lupo Chi pecora si fa. Sono le mogli Fra noi quelle che formano i mariti. Orsù: fate a mio modo. In questa stanza Ritiratevi. ELVIRA E poi? ISABELLA Vedrete come a Mustafà farò drizzar la testa ZULMA (Fra sè) Che spirito ha costei! ELVIRA (Fra sè) Qual donna è questa! ISABELLA (alle schiave) Voi restate (In disparte) a momenti Ei sarà qui: (Elvira e Zulma si nascondono in una dalle stanze contigue. ) finiamo d'abbigliarci. Ch'egli vegga...Ah! Sen viene: Or tutta l'arte a me adoprar conviene. (Si mette ancora allo specchio abbigliandosi servita dalle schiave. Mustafà, Taddeo, Lindoro restano indietro, ma in situazione di veder tutto.) N.11 cavatina ISABELLA Per lui che adoro, Ch'è il mio tesoro, Più bella rendimi, Madre d'amor. Tu sai se l'amo, Piacergli io bramo: Grazie, prestatemi Vezzi e splendor. (Fra sè) Guarda, guarda, aspetta, aspetta... Tu non sai chi sono ancor. MUSTAFÀ (Fra sè) Cara!...Bella! Una donna Come lei non vidi ancor. TADDEO E LINDORO (Fra sè) Furba!...Ingrata! Una donna Come lei non vidi ancor. ISABELLA (alle schiave) Questo velo è troppo basso... Quelle piume un po' girate... No, così...Voi m'inquietate... Meglio sola saprò far. Bella quanto io bramerei Temo a lui di non sembrar. Per lui che adoro, ecc. (Fra sè) Turco caro, già ci sei, Un colpetto, e dei cascar. LINDORO, TADDEO E MUSTAFÀ (In disparte) Oh, che donna è mai costei!... Faria ogn'uomo delirar.) (Isabella parte, le schiave si ritirano.) Scena Sesta (Mustafà, Taddeo, Lindoro, poi Isabella e Elvira.) Recitativo MUSTAFÀ Io non resisto più: questa Isabella E' un incanto: io non posso Più star senza di lei... (A Lindoro) Andate... e conducetela. (A Taddeo) Senti, Kaimakan, quando io starnuto Levati tosto, e lasciami con lei. TADDEO (Fra sè) Ah! Taddeo de'Taddei, a qual cimento... A qual passo sei giunto!... MUSTAFÀ Ma che fa questa bella? LINDORO Eccola appunto. (Entra Isabella) N.12 quintetto MUSTAFÀ (Ad Isabella) Ti presento di mia man Ser Taddeo Kaimakan. Da ciò apprendi quanta stima Di te faccia Mustafà. ISABELLA Kaimakan? A me t'accosta. Il tuo muso è fatto a posta. (A Mustafà) Aggradisco, o mio Signore, Questo tratto di bontà. TADDEO Pe'tuoi meriti, nipote, Son salito a tanto onore. Hai capito? Questo core Pensa adesso come sta. LINDORO (a Mustafà in disparte) Osservate quel vestito, Parla chiaro a chi l'intende, A piacervi adesso attende, E lo dice a chi no'l sa. ISABELLA Ah, mio caro. MUSTAFÀ Eccì... ISABELLA E LINDORO Viva. TADDEO (Fra sè) Ci siamo. ISABELLA Ah!... MUSTAFÀ Eccì... TADDEO (fra sè) Crepa. Fo il sordo. MUSTAFÀ (Fra sè) Maledetto quel balordo Non intende e ancor qui sta. (Continua starnutendo) Eccì... TADDEO (Fra sè) Ch'ei starnuti finchè scoppia/vuole: Non mi movo via di qua. ISABELLA E LINDORO (Fra sè) L'uno spera e l'altro freme. Di due sciocchi uniti insieme, Oh, che rider si farà!) ISABELLA Ehi!...Caffè... (Due Mori portano il caffè.) LINDORO Siete servita. ISABELLA (Va a levar Elvira.) Mia Signora, favorite. E' il marito che v'invita: Non vi fate sì pregar. MUSTAFÀ (Fra sè) Cosa viene a far costei? ISABELLA Colla sposa sia gentile... MUSTAFÀ (Fra sè) Bevo tosco...sputo bile. TADDEO (Fra sè) Non starnuta certo adesso. LINDORO (Fra sè) E' ridicola la scena. MUSTAFÀ (Fra sè) Io non so più simular. ISABELLA Via, guardatela... MUSTAFÀ (sottovoce a Isabella) Briccona! ISABELLA E' si cara!... MUSTAFÀ (Fra sè) E mi canzona! ELVIRA Un'occhiata... MUSTAFÀ Mi lasciate. LINDORO Or comanda?... ISABELLA Compiacenza... ELVIRA Sposo caro... ISABELLA Buon padrone... TADDEO (Fra sè) Non starnuta. ELVIRA, ISABELLA, LINDORO, TADDEO Ci/La dovete consolar. MUSTAFÀ Andate alla malora. Non sono un babbuino... Ho inteso, mia Signora, La noto a taccuino. Tu pur mi prendi a gioco, Me la farò pagar. Ho nelle vene un foco, Più non mi so frenar. TUTTI Sento un fremito...un foco, un dispetto... Agitato(a), confuso(a)...fremente... Il mio core...la testa...la mente... Delirando... perdendo si va. In sì fiero contrasto e periglio Chi consiglio, conforto mi dà? Scena Settima (Piccola sala, come alla scena prima dell'atto II. Haly solo) Recitativo HALY Con tutta la sua boria Questa volta il Bey perde la testa. Ci ho gusto. Tanta smania Avea d'una Italiana...Ci vuol altro Con le donne allevate in quel paese, Ma va ben ch'egli impari a proprie spese. N.13 Aria Le femmine d'Italia Son disinvolte e scaltre. E sanno più dell'altre L'arte di farsi amar. Nella galanteria L'ingegno han raffinato: E suol restar gabbato Chi le vorrà gabbar. (parte) Scena Ottava (Entrano Taddeo e Lindoro) Recitativo TADDEO E tu speri di togliere Isabella Dalle mani del Bey? LINDORO Questa è la trama. Ch'ella vi prega e brama, Che abbiate a secondar. TADDEO Non vuoi?...Per Bacco! Già saprai chi son io. LINDORO Non siete il signor zio? TADDEO Ti pare? LINDORO Come?...Come?... TADDEO Tu sai quel che più importa E ignori il men? D'aver un qualche amante Non t'ha mai confidato la Signora? LINDORO So che un amante adora: è per lui solo Ch'ella... TADDEO Ebbene. Son quell'io. LINDORO Me ne consolo. Scena Nona (I detti) TADDEO Ti giuro, amico, che in questo brutto intrico altro conforte non ho che il suo amore; prima d'adesso non era, tel confesso, di lei troppo contento; avea sospetto che d'un certo Lindoro, suo primo amante, innamorat'ancora, volesse la signora farsi gioco di me; ma adesso ho visto che non v'ha cicisbeo che la possa staccar dal suo Taddeo. LINDORO Viva, viva! (In disparte) ah! ah!... (A Taddeo) ma zitto: appunto vien Mustafà. Coraggio, secondate con arte il mio parlare; vi dirò poi quel che avete a fare. Scena Decima (Mustafà e detti) MUSTAFÀ (a Taddeo) Orsù: la tua nipote con chi crede D'aver a che far? Preso m'avria costei Per un de' suoi babbei? LINDORO Ma perdonate. Ella a tutto è disposta. TADDEO E vi lagnate? MUSTAFÀ Dici davvero? LINDORO Sentite. In confidenza Ella mi manda a dirvi Che spasima d'amor. MUSTAFÀ D'amore? LINDORO M'ha detto infin, Che a rendervi di lei sempre più degno, Ella ha fatto il disegno, Con gran solennità fra canti e suoni, E al tremolar dell'amoroso faci, Di volervi crear suo Pappataci.* (*Titolo immaginario che ridicolizza ai mariti compiacenti: "pappa e taci" = "come e tace") N.14 terzetto MUSTAFÀ Pappataci! Che mai sento! La ringrazio. Son contento. Ma di grazia, Pappataci Che vuol poi significar? LINDORO A color che mai non sanno Disgustarsi col bel sesso, In Italia vien concesso Questo titol singolar. TADDEO Voi mi deste un nobil posto. Or ne siete corrisposto. Kaimakan e Pappataci Siamo là: che ve ne par? MUSTAFÀ L'Italiane son cortesi, Nate son per farsi amar. LINDORO E TADDEO (Fra sè) Se mai torno a' miei paesi, Anche questa è da contar. MUSTAFÀ Pappataci... LINDORO E' un bell'impiego. TADDEO Assai facil da imparar. MUSTAFÀ Ma spiegatemi, vi prego: Pappataci, che ha da far? LINDORO E TADDEO Fra gli amori e le bellezze, Fra gli scherzi e le carezze, Ei dee dormire, mangiare e bere, Dee dormire, e poi mangiar. Pappataci dee mangiar, Pappataci dee dormir. Pappataci deve ber, Pappataci ha da dormir, Pappataci ha da goder. MUSTAFÀ Bella vita!...Oh, che piacer!... Io di più non so bramar. Pappataci dee mangiar, Pappataci dee dormir, Pappataci...e ber, mangiar. Scena Undicesima (Appartamento magnifico come alla scena quinta. Taddeo, Lindoro, indi Isabella, e un coro di Schiavi Italiani.) Recitativo TADDEO Tutti i nostri Italiani Ottener dal Bey spera Isabella? LINDORO E li ottiene senz'altro. TADDEO Ah! saria bella! Ma con qual mezzo termine? LINDORO Per far la cerimonia TADDEO Ih...Ih...Ih... LINDORO Di loro altri saran vestiti Da Pappataci, ed altri Qui a suo tempo verran sopra il vascello. TADDEO Ih...Ih...gioco più bello Non si può dar. Ma eccola...Per Bacco! Seco ha gli schiavi ancor. LINDORO N'ero sicuro. TADDEO Quanto è brava costei! LINDORO Con due parole Agli sciocchi fa far quello che vuole. (Entra Isabella con gli schiavi italiani) N.15 coro, recitativo e rondò CORO DI SCHIAVI ITALIANI Pronti abbiamo e ferri e mani Per fuggir con voi di qua, Quanto vaglian gl'Italiani Al cimento si vedrà. ISABELLA Amici, in ogni evento M'affido a voi. Ma già fra poco io spero, Senza rischio e contesa, Di trarre a fin la meditata impresa. Perchè ridi, Taddeo? Può darsi ancora Ch'io mi rida di te. (a Lindoro) Tu impallidisci, Schiavo gentil? Ah! Se pietà di desta Il mio periglio, il mio tenero amor, Se parlano al tuo core Patria, dovere e onore, dagli altri apprendi A mostrarti Italiano; e alle vicende Della volubil sorte Una donna t'insegni ad esser forte. Pensa alla patria, e intrepido Il tuo dover adempi: Vedi per tutta Italia Rinascer gli esempi D'ardir e di valor. (a Taddeo) Sciocco! Tu ridi ancora? Vanne, mi fai dispetto. (a Lindoro) Caro, ti parli in petto Amore, dovere, onor, Amici in ogni evento... CORO Andiam. Di noi ti fida. ISABELLA Vicino è già il momento... CORO Dove ti par ci guida. ISABELLA Se poi va male il gioco... CORO L'ardir trionferà. ISABELLA Qual piacer! Fra pochi istanti Rivedrem le patrie arene. (Fra sè) Nel periglio del mio bene Coraggiosa amor mi fa. CORO Quanto vaglian gl'Italiani Al cimento si vedrà. (Partono tutti meno Taddeo.) Scena Dodicesima (Taddeo, indi Mustafà) Recitativo TADDEO Che bel core ha costei! Chi avria mai detto Che un sì tenero affetto Portasse al suo Taddeo?...Far una trama, Corbellar un Bey, arrischiar tutto Per esser mia... MUSTAFÀ (entrando) Kaimakan... TADDEO Signor? MUSTAFÀ Tua nipote dov'è? TADDEO Sta preparando quello ch'è necessario Per far la cerimonia. Ecco il suo schiavo, Che qui appunto ritorna, e ha seco il coro De' Pappataci. MUSTAFÀ E d'onorarmi dunque La bella ha tanta fretta? TADDEO È' l'amor che la sprona. MUSTAFÀ Oh, benedetta. Scena Tredicesima (Lindoro con un coro di Pappataci e detti) N.16 finale II LINDORO (Entrando con un coro di Pappataci) Dei Pappataci s'avanza il coro: La cerimonia con gran decoro Adesso è tempo di cominciar. CORO DI PAPPATACI I corni suonino, che favoriti Son più dei timpani nei nostri riti, E intorno facciano l'aria echeggiar. TADDEO Le guancie tumide, le pancie piene, Fanno conoscere che vivon bene. LINDORO E TADDEO (Fra sè) Ih...ih...dal ridere sto per schiattar. MUSTAFÀ Fratei carissimi, fra voi son lieto. Se d'entrar merito nel vostro ceto Sarà una grazia particolar. CORO DI PAPPATACI Cerca i suoi comodi chi ha sale in zucca. Getta il turbante, metti parrucca, Leva quest'abito, che fa sudar. (Levano il turbante e l'abito a Mustafà e gli mettono in testa parrucca e l'abito di Pappataci.) MUSTAFÀ Quest'è una grazia particolar. LINDORO E TADDEO (fra sè) Ih...ih...dal ridere sto per schiattar. Scena Quattordicesima (Isabella e detti) ISABELLA (entrando) Non sei tu che il grado eletto Brami aver di Pappataci? Delle belle il prediletto Questo grado ti farà. Ma bisogna che tu giuri D'eseguirne ogni dover. MUSTAFÀ Io farò con gran piacere Tutto quel che si vorrà. CORO Bravo, ben: così si fa. LINDORO State tutti attenti e cheti A sì gran solennità. (A Taddeo dandogli un foglio da leggere) A te: leggi. (A Mustafà) E tu ripeti Tutto quel ch'ei dirà. (Taddeo legge e Mustafà ripete tutto verso per verso.) TADDEO E MUSTAFÀ Di veder e non veder, Di sentir e non sentir, Per mangiare e per goder Di lasciare e fare e dir, Io qui giuro e poi scongiuro Pappataci Mustafà. CORO Bravo, ben: così si fa. TADDEO E MUSTAFÀ (come sopra) Giuro inoltre all'occasion Di portare torcia e lampion. E se manco al giuramento Più non abbia un pel sul mento. Io qui giuro e scongiuro Pappataci Mustafà. CORO Bravo, ben: così si fa. LINDORO Qua la mensa. (Si porta un tavolino con vivande e bottiglie.) ISABELLA Ad essa siedano Kaimakan e Pappataci. CORO Lascia pur che gli altri facciano: Tu qui mangia, bevi e taci. Questo è il rito primo e massimo Della nostra società. (il coro parte) TADDEO E MUSTAFÀ Buona cosa è questa qua. ISABELLA Or si provi il candidato. (A Lindoro) Caro... LINDORO Cara... MUSTAFÀ Ehi!...Che cos'è? TADDEO Tu non fai quel ch'hai giurato! Or t'insegno. Bada a me. ISABELLA Vieni o caro. TADDEO Pappataci. (Mangia di gusto senza osservar gli altri.) LINDORO Io t'adoro. TADDEO Mangia e taci. MUSTAFÀ Basta, basta. Ora ho capito. Saper far meglio di te. Aver capito, saper far meglio di te. LINDORO E TADDEO (Fra sè) Che babbeo, che scimunito! Me la godo per mia fè. ISABELLA Così un vero Pappataci Tu sarai da capo a piè, Così un vero Pappataci Resterai da capo a piè. Scena Quindicesima (Comparisce un vascello, che s'accosta alla loggia con marinari, e Schiavi Europei, che cantano in coro) CORO DI SCHIAVI E MARINARI Son l'aure seconde, son placide l'onde, Tranquille son l'onde, Su presto salpiamo: non stiamo più a tardar. LINDORO Andiam, mio tesoro. ISABELLA Son teco, Lindoro. LINDORO ED ISABELLA C'invitano adesso la patria e l'amor. TADDEO Lindoro!...Che sento? Quest'è un tradimento... Gabbati, burlati, noi siamo, o Signor. MUSTAFÀ Io son Pappataci. TADDEO Ma quei... MUSTAFÀ Mangia e taci. TADDEO Ma voi... MUSTAFÀ Lascia far. TADDEO Ma io... MUSTAFÀ Lascia dir. TADDEO Ohimè!...Che ho da far? Restar, o partir? V'è il palo, se resto: se parto, il lampione Lindoro, Isabella: son qua colle buone, A tutto m'adatto, non so più che dir. ISABELLA E LINDORO Fa' presto, se brami con noi venir. Scena Ultima (Elvira, Zulma, Haly, coro di Eunuchique entrano precipitatamente e detti) ZULMA E HALY Mio Signore... ELVIRA Mio marito... ELVIRA, ZULMA, HALY Cosa fate? MUSTAFÀ Pappataci. ELVIRA, ZULMA, HALY Non vedete? MUSTAFÀ Mangia e taci. Pappataci. Mangia e taci. Di veder e non veder, Di sentir e non sentir, Io qui giuro e poi scongiuro Pappataci Mustafà. ELVIRA, ZULMA, HALY Egli è matto. ISABELLA, LINDORO, TADDEO Il colpo è fatto. ELVIRA, ZULMA, HALY L'Italiana se ne va. MUSTAFÀ Come...come...ah, traditori. Presto, Turchi...Eunuchi...Mori. ELVIRA, ZULMA, HALY Son briachi tutti quanti. MUSTAFÀ Questo scorno a Mustafà? CORO DI SCHIAVI Chi avrà cor di farsi avanti Trucidato alfin cadrà. MUSTAFÀ Sposa mia; non più Italiane. Torno a te. Deh! Mi perdona... ELVIRA, ZULMA, HALY Amorosa, docil, buona, Vostra moglie ognor sarà. ISABELLA, LINDORO, TADDEO Andiamo... ELVIRA, ZULMA, HALY E MUSTAFÀ Buon viaggio! ISABELLA, LINDORO, TADDEO ...Padroni! ELVIRA, ZULMA, MUSTAFÀ, HALY Stian bene! ISABELLA, LINDORO, TADDEO Possiamo contenti Lasciar queste arene. Timor, nè periglio Per noi più non v'ha. ELVIRA, ZULMA, HALY Potete contenti Lasciar queste arene. Timor, nè periglio Per voi più non v'ha. TUTTI La bella Italiana Venuta in Algeri Insegna agli amanti Gelosi ed alteri, Che a tutti, se vuole, La Donna la fa. FINE DELL'OPERA. |
ACTO SEGUNDO Escena Primera (Una pequeña estancia, como en el primer acto. Elvira, Zulma, Haly y coro de eunucos) N. 8 Introducción CORO DE EUNUCOS Mustafá se ha vuelto estúpido y atontado. Esta vez le ha vencido el amor, le ha puesto a sus pies. ELVIRA, ZULMA Y HALY La italiana es franca y astuta sabe mucho más que otras. sus modales desenvueltos le engañan y vuelven loco y no se entera. CORO DE EUNUCOS Esta vez le ha ganado a él el amor, le ha puesto a sus pies. Escena Segunda (Mustafá y los anteriores) MUSTAFÁ (entrando) ¡Amigos, id y decid a la italiana que dentro de media hora iré a tomar café con ella! ZULMA A sus órdenes. ELVIRA Por complaceros haré cuanto pueda. ZULMA Pero no penséis que la empresa es fácil. Ella oculta su juego... ELVIRA Ella es astuta, más de lo que vos pensáis. MUSTAFÁ ¿Si me tomáis por un imbécil, sois una tonta? Haly, ven conmigo, y vos, llevad mi mensaje. ¡Ah! Si mi plan sale bien, la consecuencia promete ser bella. HALY E incluso muy bella (Salen todos.) Escena tercera (Isabel y Lindoro) ISABEL (entrando) ¡Qué desgracia la mía! Me olvido de mi honor, de mi patria y de mí misma; y en esta orilla a Lindoro encuentro, y le encuentro infiel! LINDORO (entrando; a Isabel que está a punto de salir) Al fin te veo de nuevo... Ah, no, deténte. Adorada Isabel, ¿en qué he pecado, para que de mí huyas así? ISABEL ¿Todavía lo preguntas? ¿Tú que vas a casarte con Elvira?... LINDORO ¡Yo! Prometí acompañarla, no casarme con ella, y sólo me indujo a ello el deseo de abrazarte. ISABEL ¿Puedo creerte? LINDORO Que un rayo me parta, si alguna vez he pensado en traicionar nuestra confianza. ISABEL (pensativa) ¿Eres valiente? ¿Aprecias mi amor, valoras el honor? LINDORO ¿Qué debo hacer? ISABEL Debemos huir juntos. En ese barco... Necesitamos ahora inventar alguna estratagema. Sabes que soy la más audaz, la más osada de las mujeres. LINDORO Querida Isabel, ah, me devuelves la vida ISABEL Te espero en el bosquecillo. Desapercibidos haremos planes juntos. Separémonos por ahora. LINDORO Allí estaré, querida. (Sale Isabel.) N. 9 cavatina LINDORO ¡Ah, cómo palpita de alegría mi corazón en este momento! Encontrar a la airada amada, aplacar su furia. Éstos son, Amor, tus dones, éstos son tus deleites. ¡Ah! Tú fortaleces mi sentimiento de felicidad. (Sale) Escena Cuarta (Entran Mustafá, Tadeo y los eunucos, después Haly con dos moros que llevan un turbante, un traje turco y una cimitarra.) Recitativo MUSTAFÁ ¡Ah! Si la Italiana me recibe a solas... Esta señorita me llena de tal manera que parece que estoy enamorado TADEO ¡Ah! Señor Mustafá MUSTAFÁ ¿Qué ocurre? TADEO ¡Tened compasión de un inocente! Yo no he hecho nada... MUSTAFÁ Pero explícate... ¿qué te ocurre? TADEO Ese amigo de la estaca me persigue a todas partes MUSTAFÁ ¡Ah!... ¡Ah!... Entiendo. ¿Es la causa de tu susto? TADEO ¡Quizás la estaca en Argelia es un honor? Ahí está... ¡Ay de mí! MUSTAFÁ No temas nada. Sigue mis órdenes para honrarte. Quiero mostrarte cuánto quiero a tu sobrina. Por eso te he nombrado mi gran Kaimakám TADEO Gracias, es un gran honor N. 10 Coro, recitativo y aria (Haly viste a Tadeo con este traje y le coloca el turbante; Mustafá le ciñe la cimitarra. Mientras tanto los Turcos, con grandes reverencias y muestras de respeto, cantan a coro) CORO DE EUNUCOS Viva el gran Kaimakán, protector del Musulmán. Con la fuerza de un león, y la astucia de una serpiente, generoso quiera el cielo darte franco semblante y fuertes dientes. Protector del Musulmán, viva el gran Kaimakán.. TADEO ¿Kaimakán? No comprendo nada. MUSTAFÁ Significa Lugarteniente. TADEO ¿Y es a causa de nuestra sobrina por lo que su señoría me asigna tan alto cargo? MUSTAFÁ Así es, amigo mío. TADEO Gracias, os quedo muy obligado. Tengo un gran peso sobre mi cabeza; me encuentro incómodo con este vestido. Si no os importa que os lo diga, no deseo ser Kaimakán, y agradezco a su señoría el gran honor que me hace. (para sí) Resopla... ¡Dios mío!... ¡Qué mirada! (A Mustafá) Tened piedad... escuchadme... (para sí) Este hombre me horroriza. Tengo que encontrar una solución: si rehuso... me empala. ¿Y si acepto? Tendré que seguirle la corriente. ¡Ah! Tadeo, ¡qué dilema es éste! Pero ¿si me empala?... ¿qué hacer? (a Mustafá) Acepto ser Kaimakán, señor, no deseo disgustaros, etc. CORO ¡Viva el gran Kaimakán, protector del Musulmán!. TADEO Cuántas reverencias... cuánto honor... Mil gracias, señores míos, no os vayáis a molestar. Para hacer todo cuanto pueda, señor mío, en esta trama, voy a presentarme ante mi noble sobrina. (para sí) ¡Ah, Tadeo! ¡Mucho mejor sería estar en el fondo del mar! CORO Viva el gran Kaimakán, protector del Musulmán. TADEO Gracias... cuánto honor... voy a presentarme ante mi noble sobrina. Escena Quinta (Un magnífico aposento en la planta baja, con una encantadora terraza sobre el mar. A la derecha, varias puertas que dan a diferentes habitaciones. Isabel se encuentra ante un gran espejo portátil. Está acabando de vestirse a la manera turca. Elvira, Zulma y después Lindoro, Mustafá y Tadeo) Recitativo ISABEL ¿Así que en breves instantes el señor Mustafá me hará el honor de tomar café conmigo? ¡Qué amable es el señor Mustafá! Hola... Esclavo.... ¿Hay alguien ahí? LINDORO ¿Qué queréis, Señora? ISABEL Borrico, ¿es necesario que te llame dos veces?... El café. LINDORO ¿Para cuántas personas? ISABEL Al menos para tres. ELVIRA Si lo he entendido bien, es con vos a solas como quiere tomarlo el Bey. ISABEL ¿A solas?... ¿Y es su esposa quien me trasmite ese mensaje? ELVIRA Señora.. ISABEL Vamos... Vamos... Me avergüenzo por vos ELVIRA ¿Y que debo hacer ISABEL Yo os lo diré. Si una se hace la corderita el lobo se la come. Somos las mujeres, en nuestras casas, las que adiestramos a los maridos. Id: haced lo que os he dicho. Marchaos de esta habitación. ELVIRA ¿Y después? ISABEL Veréis como voy a domar a vuestro Mustafá ZULMA (para sí) ¡Qué osada es! ELVIRA (para sí) ¡Qué mujer! ISABEL (a sus esclavas) Quedaos aquí. (Aparte) Vendrá en seguida. (Elvira y Zulma se esconden en uno de los cuartos contiguos.) Acabaré de vestirme. Que vea... ¡Ah! Aquí llega; debo hacer uso de todas mis habilidades. (Isabel se gira hacia el espejo y acaba de vestirse, ayudada por las esclavas. Mustafá, Tadeo y Lindoro permanecen atrás, observando.) N. 11 cavatina ISABEL Para el hombre a quien adoro, que es mi tesoro, hazme más hermosa, diosa del amor, etc. Sabes que le quiero, que ansío agradarle: préstame tus gracias, tus encantos y esplendor. (para sí) Mira, mira, espera, espera... Todavía no sabes quién soy yo. MUSTAFÁ (Para sí) ¡Querida!... ¡Hermosa! ¡Nunca había visto una mujer como ella! TADEO Y LINDORO (Para sí) ¡Pillina! ¡Ingrata! ¡Nunca había visto una mujer como ella! ISABEL (a las esclavas) Este velo queda muy bajo... girad un poco estas plumas... No, así... me molestáis... lo haré mejor sola. ¡Ah, temo no parecerle tan hermosa como querría! Para el hombre a quien adoro, etc. (para sí). Turco querido, ya te tengo: un empujoncito y habrás caído. LINDORO, TADEO Y MUSTAFÁ (aparte) ¡Oh, no hay otra como ella! Volvería loco a cualquier hombre. (Sale Isabel y las esclavas se retiran.) Escena Sexta (Mustafá, Tadeo, Lindoro, después Isabel y Elvira) Recitativo MUSTAFÁ No puedo contenerme más; Isabel es encantadora, no puedo pasar más sin ella... (a Lindoro) Ve y tráemela. (a Tadeo) Escucha, Kaimakán, cuando estornude te levantas de inmediato y nos dejas solos. TADEO (para sí) ¡Ah, Tadeo, Tadeo, qué situación... en qué trance me encuentro! MUSTAFÁ Pero, ¿qué estará haciendo? LINDORO Ya viene. (Isabel regresa al aposento.) N. 12. Quinteto MUSTAFÁ (a Isabel) Aquí te presento a Sir Tadeo Kaimakán. Comprende así en qué alta estima te tiene Mustafá. ISABEL ¿Kaimakán? Acércate, tu cara parece hecha para ello. (a Mustafá) Agradezco, mi señor, este signo de bondad. TADEO Por tus méritos, sobrina, se me ofrece tanto honor. ¿Comprendes? Piensa pues como se siente mi corazón. LINDORO (aparte, a Mustafá) ¡Observad qué ropas, hablan claro a quien quiera comprender: Espera agradaros, y lo pone en evidencia. ISABEL ¡Oh! querido. MUSTAFÁ ¡Atchiss! ISABEL Y LINDORO ¡Salud! TADEO (Para sí) Ya estamos. ISABEL ¡Ah!... MUSTAFÁ ¡Atchiss!... TADEO (para sí) Así revientes. Me hago el sordo. MUSTAFÁ (para sí) ¡Maldito estúpido! No me oye. Sigue aquí. (Continua estornudando) ¡Atchiss!... TADEO (para sí) Que estornude hasta reventar/tanto como quiera: yo no me muevo de aquí. ISABEL Y LINDORO (para sí) Uno espera, el otro tiembla, ¡Qué risa da ver a esos dos necios juntos! ISABEL ¡Eh!... ¡Café! (Dos sirvientes traen el café.) LINDORO La señora está servida. ISABEL (va a buscar a Elvira) Señora, tenga la amabilidad, su marido la invita: no se haga rogar. MUSTAFÁ (Para sí) ¿Qué hace ella aquí? ISABEL Sed amable con vuestra esposa... MUSTAFÁ (Para sí) Trago veneno, escupo bilis. TADEO (Para sí) Ahora ya no estornuda. LINDORO (Para sí) Qué escena tan ridícula. MUSTAFÁ (Para sí) No puedo seguir fingiendo. ISABEL Ven, mírala. MUSTAFÁ (en voz baja a Isabel) ¡Granuja! ISABEL ¡Es tan dulce! MUSTAFÁ (Para sí) Además, ¡se está burlando de mí! ELVIRA Una mirada... MUSTAFÁ Dejadme. LINDORO ¿Es una orden? ISABEL Sed complaciente... ELVIRA ¡Querido esposo! ISABEL Buen señor... TADEO (Para sí) No estornuda ELVIRA, ISABEL, LINDORO Y TADEO Nos/la debéis consolar. MUSTAFÁ Al diablo todos. No soy un idiota.... He comprendido, señora, y tomo buena nota. Habréis de pagar por tomarme el pelo. Fuego corre por mis venas, ya no puedo contenerme. TODOS Siento un estremecimiento...un ardor, una indignación.. Agitada/o...confusa/o, temblorosa/o... Mi corazón... la cabeza... la mente... delirando... se pierden. En tan cruel conflicto y peligro ¿quién puede aconsejarme y consolarme? Escena Séptima (Una pequeña habitación como en la primera escena del segundo acto. Haly solo.) Recitativo HALY Pese a todo su orgullo, esta vez el Bey ha perdido la cabeza. Me gusta. Tenía tantas ansias por una italiana... Hay que tratar de otro modo a las mujeres criadas en ese país. Pero es bueno que aprenda a propia costa. N. 13 Aria Las mujeres italianas son desenvueltas y astutas, y saben mejor que cualquier otra la manera de hacerse amar. Las mujeres italianas, etc. En las artes del galanteo, han aguzado su ingenio: y suele acabar engañado aquel que las quiere engañar. (Sale) Escena Octava (Entran Tadeo y Lindoro.) Recitativo TADEO ¿Y tú esperas arrancar a Isabel de las garras del Bey? LINDORO Éste es el plan que ella ansiosa os ruega os dignéis secundar. TADEO ¿Crees que no lo haría? ¡Caramba! Vais a saber quién soy yo. LINDORO ¿No sois su tío? TADEO ¿Tú qué crees? LINDORO ¿Qué?... ¿Qué?... TADEO ¿Te enteras de lo más importante y desconoces lo menos? ¿Nunca te ha confiado la señora que tenía un amante? LINDORO Sé que a un amante adora y que únicamente por él... TADEO Pues bien. Ése soy yo. LINDORO Encantado de saberlo. Escena Novena (Los anteriores) TADEO Te lo juro, amigo, que en este feo enredo no tengo otro consuelo que su amor; hasta ahora no estaba, lo confieso, demasiado contento de ella; tengo la sospecha de que cierto Lindoro, su primer amante, todavía enamorado, quiere que la señora se burle de mí; pero ahora me doy cuenta que no hay pretendiente que la pueda separar de su Tadeo LINDORO ¡Muy bien, muy bien! (A parte) ¡Ja! ¡Ja!... (A Tadeo) Pero calla: que viene Mustafá. ¡Coraje!, sigue mi conversación, luego os diré lo que tenéis que hacer. Escena Décima (Entrando Mustafá y los anteriores) MUSTAFÁ (a Tadeo) Escucha: ¿con quién cree que se las tiene tu sobrina? ¿Me ha tomado por uno de sus bobos admiradores? LINDORO ¡Pero perdonad: está dispuesta a todo! TADEO ¡Y aún os quejáis! MUSTAFÁ ¿Decís verdad? LINDORO Escuchad. Confidencialmente me manda a deciros que se consume de amor MUSTAFÁ ¿De amor? LINDORO Para terminar, ella me ha dicho que para haceros aún más digno de ella, con gran solemnidad ella a decidido que entre canciones y músicas, y a la luz temblorosa de amorosas antorchas, convertiros en su Pappataci* (*Título imaginario que ridiculiza a los maridos complacientes: "pappa e taci" = "come y calla".) N. 14 Trío MUSTAFÁ ¡Pappataci! ¿Qué oigo? Se lo agradezco, estoy encantado,. Pero, por favor, explicadme, ¿qué significa Pappataci? LINDORO En Italia se concede este título especial a quienes nunca se disgustan con el bello sexo. TADEO Vos me otorgasteis un noble título, ahora sois correspondido. Kaimakán y Pappataci henos aquí: ¿qué os parece? MUSTAFÁ Las italianas son amables, nacidas para ser amadas. LINDORO Y TADEO (para sí) ¡Si vuelvo alguna vez a mi país tengo que contar esta historia! MUSTAFÁ Pappataci... LINDORO Es una situación espléndida. TADEO Muy fácil de aprender. MUSTAFÁ Pero explicadme, por favor: ¿qué ha de hacer un Pappataci? LINDORO En medio del amor y la belleza, en medio de las bromas y caricias, debe dormir, comer, beber, dormir, y después comer. Un Pappataci debe comer, un Pappataci debe dormir, un Pappataci debe beber, Un Pappataci debe dormir, Un Pappataci debe disfrutar. MUSTAFÁ ¡Vaya vida! ¡Qué agradable! No puedo desear nada mejor. Un Pappataci debe comer, un Pappataci debe dormir. Un Pappataci... y beber, comer. Escena Undécima (Un magnífico aposento, como en la quinta escena. Tadeo, Lindoro, después Isabel y un coro de esclavos italianos) Recitativo TADEO ¿Espera Isabel obtener del Bey la liberación de todos nuestros italianos? LINDORO Eso hará sin duda alguna. TADEO ¡Ah! ¡Qué hermoso sería! Pero ¿cómo se las arreglará? LINDORO Al celebrar la ceremonia. TADEO ¡Ji, ji, ji! LINDORO Algunos irán vestidos de Pappataci, y los demás aparecerán en el barco en su momento. TADEO ¡Ji! ¡Ji! Mejor jugada, imposible. Pero hela aquí...¡Diablos! Los esclavos siguen con ella. LINDORO Estaba seguro. TADEO ¡Qué maravillosa es! LINDORO Con un par de palabras puede volver loco a quien quiera. (Entra Isabel con los esclavos italianos.) N. 15 Coro, recitativo y rondó CORO DE ESCLAVOS ITALIANOS Estamos dispuestos con las armas en las manos para escaparnos de aquí con vos. ¡Veréis cuánto valen los italianos cuando se les prueba! ISABEL Amigos, en estos momentos confío en vosotros. Pero espero que muy pronto se lleven a cabo nuestros planes sin riesgo ni peleas. ¿De qué os reís, Tadeo? Puede ser que todavía me ría yo de vos. (a Lindoro) ¿Palideces, gentil esclavo? ¡Ah! Si piedad despierta en ti el peligro que corro, tierno amor mío, si algo significan para ti la patria, el deber y el honor, aprende de los demás a mostrarte italiano y ante los avatares del voluble destino deja que una mujer te enseñe a ser fuerte. Piensa en la patria, e intrépido cumple con tu deber: que toda Italia vea renacer los ejemplos de coraje y de valor. (a Tadeo) ¡Necio! ¿Sigues riéndote? Vete, me irritas. (a Lindoro) Querido, deja que tu corazón hable de amor, deber, honor. Amigos, pase lo que pase.. CORO Vamos. Confiad en nosotros. ISABEL El momento se acerca... CORO Iremos donde vos digáis. ISABEL Si las cosas salen mal... CORO El valor triunfará. ISABEL ¡Qué alegría! Dentro de poco veremos de nuevo las costas de nuestro país. (para sí) El peligro que amenaza a mi amado inspira valentía a mi amor. CORO ¡Veréis cuánto valen los italianos cuando se les prueba! (Salen todos, excepto Tadeo.) Escena Duodecima (Tadeo, después Mustafá) Recitativo TADEO ¡Qué noble corazón tiene! ¿Quién habría dicho jamás que albergase tan tierno sentimiento hacia su Tadeo?... Tramar un plan, reírse de un Bey, arriesgarlo todo por ser mía... MUSTAFÁ (entrando) Kaimakán... TADEO ¿Señor? MUSTAFÁ ¿Dónde está tu sobrina? TADEO Está haciendo los preparativos necesarios para la ceremonia. Aquí viene su esclavo, que ya regresa, y con él, el coro de Pappataci. MUSTAFÁ ¿Y para honrarme a mi la bella se apresura tanto? TADEO El amor le da alas. MUSTAFÁ ¡Oh! ¡Bendita sea! Escena Decimotercera (Los mismos y Lindoro con un coro de Pappataci) N. 16 Final II LINDORO (entrando con un coro de Pappataci) Aquí llega el coro de Pappataci. Es el momento de comenzar la ceremonia con la debida solemnidad. CORO DE PAPPATACI Suenen las trompas, que en nuestros ritos preferimos a los tambores, y con ellas hagamos resonar el aire. TADEO Las mejillas hinchadas, las barrigas llenas son signo de que viven bien. LINDORO Y TADEO (Para sí) ¡Ji! ¡Ji! Voy a estallar de risa. MUSTAFÁ Queridísimos hermanos, entre vosotros me siento feliz. Si soy digno de formar parte de vuestro rango me haréis un honor especial. CORO DE PAPPATACI Cualquiera con sentido común busca la comodidad. Arrojad el turbante, poneos la peluca, quitaos esas ropas que os hacen sudar. (Quitan el turbante y el vestido a Mustafá y le ponen una peluca y el vestido de pappataci) MUSTAFÁ ¡Esto es un honor especial! LINDORO Y TADEO (para sí) ¡Ji! ¡Ji! Voy a estallar de risa. Escena Decimocuarta (Los mismos e Isabel) ISABEL (entrando) ¿No erais vos quien deseaba ostentar el rango de Pappataci? Favorito del bello sexo este rango obtendréis Pero debéis jurar cumplir todos los deberes. MUSTAFÁ Con el mayor placer haré todo lo necesario. PAPPATACI Espléndido. Bien, así se hace. LINDORO Todo el mundo atento y en silencio en tan gran solemnidad. (a Tadeo, dándole una hoja para leer) Vos: leed... (a Mustafá) y vos: repetid todo lo que os vaya diciendo. (Tadeo lee y Mustafá repite todo, verso a verso) TADEO Y MUSTAFÁ Ver y no ver, Oír y no oír, Comer y disfrutar. Dejar hacer y decir, Yo lo juro aquí y prometo, Pappataci Mustafá. CORO Espléndido. Bien, así se hace. TADEO Y MUSTAFÁ (como antes) También juro que cuando sea necesario... Haré de carabina... Y si rompo el juramento Que me quede sin barbas. Yo lo juro aquí y prometo Pappataci Mustafá. CORO Espléndido. Bien, así se hace. LINDORO Traed la mesa. (Traen una mesa llena de manjares y bebidas.) ISABEL Que se sienten a ella Kaimakán y Pappataci. CORO Ignorad lo que hacen los demás; comed, bebed y permaneced callado. Tal es el primer y más importante rito de nuestra sociedad. (Sale el coro de Pappataci) LINDORO Y MUSTAFÁ Esto es cosa buena. ISABEL Póngase a prueba al candidato. (a Lindoro) ¡Querido!... LINDORO ¡Querida!... MUSTAFÁ ¡Eh! ¿Qué ocurre? TADEO ¿No cumplís vuestro juramento? Fijaos en mí. Os enseñaré. ISABEL Ven, amado mío. TADEO Pappataci. (Come con fruición, sin fijarse en los demás.) LINDORO Te adoro. TADEO Comed y callad. MUSTAFÁ Basta, basta, ya lo comprendo. Y lo haré mejor que tú. Lo he comprendido, y lo haré mejor que tú. LINDORO Y TADEO (para sí) ¡Qué idiota, qué memo! A fe mía, que nunca me he reído tanto. ISABEL Así seréis un auténtico Pappataci de pies a cabeza, Como un auténtico Pappataci quedaréis de la cabeza a los pies. Escena Decimoquinta (Aparece un barco que se acerca al muelle con marineros y esclavos europeos, que cantan a coro.) CORO ESCLAVOS Y MARINEROS Se está levantando viento, el mar está en calma, el mar está tranquilo Venid, deprisa, zarpemos, no perdamos más el tiempo. LINDORO Ven, tesoro mío. ISABEL Voy contigo, Lindoro. LINDORO E ISABEL Nos llaman la patria y el amor. TADEO ¡Lindoro! ¿Qué oigo? Esto es una traición... Mi señor, hemos sido engañados, burlados. MUSTAFÁ Yo soy un Pappataci. TADEO Pero los dos allí... MUSTAFÁ Come y calla. TADEO Pero vos... MUSTAFÁ Deja hacer. TADEO Pero yo... MUSTAFÁ Deja decir. TADEO ¡Ay! ¿Qué debo hacer? ¿Me quedo o me voy? Si me quedo me empalan; si me voy he de hacer de carabina. Lindoro, Isabel, seré bueno. Transigiré en todo, no sé qué más decir. ISABEL Y LINDORO Daos prisa, si queréis venir con nosotros. Escena Última (Los mismos y Elvira, Zulma y Haly que entran precipitadamente.) ZULMA Y HALY Señor. ELVIRA Esposo mío... ELVIRA, ZULMA Y HALY ¿Qué hacéis? MUSTAFÁ Pappataci. ELVIRA, ZULMA Y HALY ¿Es que no veis? MUSTAFÁ Come y calla. Los Pappataci comen y callan. Ver y no ver, oír y no oír, yo esto juro y prometo, Pappataci Mustafá. ELVIRA, ZULMA Y HALY Se ha vuelto loco. ISABEL, LINDORO Y TADEO Hemos triunfado. ELVIRA, ZULMA Y HALY La italiana se marcha. MUSTAFÁ ¡Cómo, cómo... ah, traidores! ¡Rápido, turcos, eunucos, moros! ELVIRA, ZULMA Y HALY Están todos borrachos. MUSTAFÁ ¿Tal humillación recibe Mustafá? CORO DE ESCLAVOS El primero que se mueva es hombre muerto. MUSTAFÁ Amada esposa, no más italianas. Vuelvo a ti. ¡Oh ! Perdóname. ELVIRA, ZULMA Y HALY Amorosa, dulce, buena, será siempre vuestra esposa. ISABEL, LINDORO Y TADEO Vamos... ELVIRA, ZULMA, HALY Y MUSTAFÁ Buen viaje.... ISABEL, LINDORO, TADEO ... Salud ELVIRA, ZULMA, MUSTAFÁ, HALY ¡Que vaya bien! ISABEL, LINDORO, TADEO Estamos contentos de dejar estas playas. Ya no hay peligro ni temor para nosotros. ELVIRA, ZULMA, HALY Podéis contentos dejar estas playas. Ya no hay peligro ni temor para vosotros. TODOS La hermosa italiana que vino a Argel ha enseñado a los amantes celosos y arrogantes que una mujer, si quiere, puede con todos. FIN DE LA ÓPERA |